In Birmania i militari stanno marciando a passo di carica verso un bagno di sangue.
Ieri la polizia birmana ha caricato i manifestanti con i manganelli e ha sparato sulla folla, i proiettili sono volati sopra le teste di monaci e giovani in corteo. Tre religiosi sono stati uccisi e le fonti locali parlano di 6 morti. Anche un reporter giapponese è tra le vittime. Nella notte dai militari, che avrebbero arrestato un numero imprecisato di religiosi, non meno di 200.
Le violenze non hanno fermato comunque le proteste. Circa 500 monaci buddisti, attorniati da una catena umana di sostenitori, hanno ripreso infatti a Rangoon una marcia di protesta contro la giunta militare, diretti alla pagoda Sule, nel centro della città. Il gruppo di monaci in testa a questo corteo ha più volte esortato i manifestanti che li accompagnano a non esporsi alle violenze. "Ci pensiamo noi monaci - hanno detto alla folla - per favore, non seguiteci". E poi, esortando alla non-violenza nei rapporti con i militari, hanno a più riprese aggiunto: "Noi li ricolmeremo di amabile gentilezza". 

 
 
 

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