MILANO – Borsisti: 830 euro (824,60 per la precisione); assegnisti:1.100 euro; ricercatori: 1.200 euro. Sono questi gli stipendi netti medi italiani dei ricercatori al Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) nei 108 istituti presenti in Italia. Non è certo un gran valore quello che lo Stato riconosce ai "cervelli" italiani, gli scienziati giovani e meno giovani su cui poggia uno dei settori che dovrebbero essere considerati strategici nello sviluppo di un Paese. Stipendi bassi - nella media, nonostante anni di studio e di preparazione e elevata qualificazione, si è al di sotto del salario percepito da un operaio – a cui si aggiunge una grande precarietà.
Le ultime Finanziarie hanno penalizzato lo sviluppo della ricerca italiana iscrivendo la categoria alla voce dei tagli e il blocco delle assunzioni è fermo al capolinea dal 2001.
La grande differenza tra l'Italia e gli altri Paesi dell'Ocse è sintetizzabile con l’immagine di un biglietto di sola andata: chi esce e trova spazi all’estero poi difficilmente ritorna. Anche perché, chi non se ne va, resta in balia degli eventi aspettando un concorso che non arriva mai. È inoltre sempre più preoccupante l'abbandono di numerosi borsisti fin dalla prima fase della carriera, ovvero dopo la laurea e il successivo conseguimento del dottorato di ricerca triennale.
In università la situazione non è migliore ma il Mata non molla, il Mata tornerà in patria, il Mata ci proverà fino in fondo!!!
 
 

6 comments:
Quindi vuol dire che sono scema!?
Sono arrivata dall'estero e misono fermata....!
Gio, te l'ho detto, ce ne dobbiamo andare!!!
Quello che mi dispiace dell'Italia è che è una nazione avvizzita, per fare un paragone mi sembra una di quelle piantine che stanno tristemente nel loro vaso, appassiscono pian piano e non c'è verso di farle riprendere, però non muoiono: avvizziscono.
Che tristezza!
Carlo
Però gli Italiani son pur sempre gli Italiani. Nelle difficoltà danno il meglio di sè...
Il meglio… si galleggia.
Il meglio… si galleggia.
si emerge!
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