L'anno scorso nella Repubblica democratica del Congo ci son state le elezioni presidenziali sotto il patrocinio dell'ONU. Le prime da quando il paese è diventato indipendente nel 1960.
Il vincitore Kabila (presidente uscente) e lo sconfitto Bemba (vicepresidente uscente) in seguito ad alcuni disordini successivi alle elezioni sembrava avessero riposto le armi. Ma negli ultimi giorni la situazione è precipitata nuovamente.
Secondo gli accordi post elettorali il candidato sconfitto può tenere solo 15 uomini di scorta. Il resto della sua sicurezza è garantita dallo Stato. Bemba – ritendendosi minacciato da una sorveglianza non fedele e non scelta da lui - aveva chiesto di negoziare un nuovo accordo. Gli era stato risposto con l’ultimatum di consegnare le armi. E l’ultimatum scadeva giovedì, appunto. Gli uomini di Bemba invece di rendere i mitra li hanno sfoderati e dato battaglia. Uscendo dalla residenza e occupando una parte del distretto commerciale di Kinshasa. Ufficialmente sono stati uccisi 29 miliziani di Bemba e una sessantina di civili, ma secondo varie testimonianze, i morti sarebbero molti, molti di più. Si parla poi di parecchi civili feriti, rimasti sull’asfalto per ore mentre infuriava la battaglia.Nella battaglia è andata distrutta la residenza dell’ambasciatore italiano, devastata dai soldati governativi che cercavano Bemba. Un italiano è grave.
Stamattina la situazione nella capitale congolese è calma anche se si sente sparare in giro e i carri armati  i cui cannoni in questi giorni hanno tuonato più volte, sono ancora in strada.
 
 

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